lunedì 19 settembre 2011

Kiki e la terra dei colori, 3^ parte


Nella scatola, insieme ai pastelli colorati Kiki trovò anche degli strani fogli, molto grandi e lisci. Nessuno nella città di Cemento  aveva mai visto fogli così, perché li si trovavano solo fogli a quadretti, per scrivere le formule matematiche.
Kiki era affascinata, li sfogliò ad uno ad uno, erano grandi, bianchi e tutti uguali,  poi arrivò all'ultimo e rimase senza fiato, era come vedere riflessi sulla carta i suoi sogni, su quella tavola bianca erano state disegnate linee e cerchi colorati. 
Ci passò sopra le dita assaporando la sensazione delle pieghe del colore, stava toccando i suoi sogni e i suoi desideri, ed era una sensazione bellissima.
Ora sapeva di non essere matta. Quello che sognava, le linee curve, i tratti e i colori erano li davanti a lei, non aveva mai visto un disegno e pensò che era veramente bellissimo.
In fondo alla scatola c'era una piccola crepa, quasi non la vide, ma un leggero bagliore attirò la sua attenzione, li nascosta quasi invisibile era annidiata una minuscola chiave dorata, Kiki la guardò con attenzionec'erano delle iscrizioni troppo piccole per essere lette, i denti erano mezzi consumati, e l'impugnatura presentava i segni delle tante dita che l'avevano stretta. Piena di curiosità, su quali serrature avrebbe potuto aprire grazie a quella chiave, se la legò al collo con una catenella. Quel piccolo e all'apparenza insignificante oggetto di metallo, irradiava un calore straordinario. Una forte sensazione di pace di impadronì di Kiki, che, come mai le era successo prima si sentì protetta e al sicuro.
Che fosse la chiave, o che fosse altro Kiki non lo sapeva, ma si trovò a vagare per le vie della Città senza una metà nè una direzione.
Erano ormai ora che girava per quelle vie conosciute, quando, esausta, si sedette su un cumulo di detriti in un angolo, vicino al muro della città. Mise pensierosa una mano sul muro, percorse con le dita alcune sue sporgenze. Era li da sempre, e le avevano sempre insegnato, serviva a difendere la città dagli attacchi dei mostri ce vivevano dall'altra parte.
Le avevano detto di non avventurarsi mai oltre quel muro, non si doveva neanche avvicinare, perché, le persone nere avrebbero fiutato il suo odore. Dentro la città di Cemento c'era la vita, oltre, non c'era niente.
Kiki si addormentò, sognò il disegno, colori e risate, sognò luci danzanti che ballavano davanti a lei.
Si svegliò in un secondo, come destata da cuna campanella che suonava dentro la sia testa, ma le luci erano ancora davanti a lei, si chiese se era ancora il sogno, ma erano li, che ballavano una silenziosa melodia.
Kiki non riusciva a capacitarsi di tutte le cose meravigliose che stava vedendo quel giorno,e solo perchè, per una volta, aveva seguito il suo istinto e non era andata a scuola come tutti i giorni. Le luci danzanti la sfioravano e si allontanavano. Avrebbe voluto toccarle, ma aveva paura che anche con un tocco leggero si sarebbero rissolte nell'aria come una bolla di sapone.
Poi come erano apparse ne andarono, arrivarono al muro e scomparirono, proprio nel punto che aveva sfiorato prima di addormentarsi.
Kiki ormai le aveva viste, avevano fatto quello che dovevano, e ora (le lucciole) erano tornate libere nel prato, al di fuori del muro che circondava la città di Cemento.
I sensi di Kiki erano così allertati che lei non si ricordava di essere mai stata così sveglia come in quel momento
Le risate e i colori che aveva sempre sognato, la strana scatola con i pastelli e i fogli bianchi, l'ultimo foglio, tutto colorato. E ora le luci danzanti, era tutto nuovo, ma nella sua testa, ogni cosa stava prendendo forma,e stava tornando al suo posto, e lei, per la prima volta da sempre, si sentiva viva.
Si avvicinò al muro. Le luci erano scomparse. Lo osservò a lungo era duro e massiccio . Ma alla fine lo vide. Un buco. La colossale fortezza che che racchiudeva la sua città presentava una minuscola breccia, e (le lucciole) le avevano mostrato come trovarla.
Provò a infilarci un dito ma non ci passava, non sapeva che fare,  il buco la attraeva davvero tanto, e le piccole luci che erano passate attraverso la attiravano ancora di più. Le avevano sempre insegnato che, dall'altra parte del muro, c'erano solo morte e desolazione, gli orrendi uomini neri, coperti di peli, sporchi e cattivissimi. Non c'era niente di bello, e il muro era li, come una muraglia difensiva, per impedire che morte e distruzione arrivassero dentro la loro città. Ma quelle Luci danzanti, erano poesia e colore, non potevano far parte di un mondo di mostri.

Si ricordò della scatola che aveva trovato sul ripiano in alto della libreria e dei bastoncini tutti diversi, sottili e lunghi (pastelli). Loro, erano così sottili che sicuramente sarebbero riusciti a passare attraverso quel minuscolo buchino.
Ne prese uno dalla scatola, giallo come le luci che aveva visto e come la palla luminosa che splendeva in certe giornate in alto nel cielo.
Le piaceva quel colore, anche se non sapeva cosa fosse un colore.
Il pastello giallo era della misura giusta, passava attraverso il buco, Kiki non se ne rese conto subito ma mentre il pastello passava, toccando il bordo del buco, lo allargava.
Poi il pastello le cadde dalle mani, era per terra dall'altra parte del muro, in quello che aveva sempre creduto, un mondo di mostri.

Dall'altra parte del muro.....
Dall'altra parte del muro, c'era tutto un mondo che, la città di Cemento non conosceva, o che non sapeva di conoscere.
Gli alberi erano verdi, c'erano frutti, fiori, insetti e animali, c'erano colori e sentimenti.
Tutte cose che, gli abitanti della città di Cemento conoscevano bene, prima di dimentiarsene.
C'era un villaggio di guerrieri che aveva le sue fondamenta proprio dietro al boschetto vicino al muro. Gli abitanti avevano un compito, controllare che, il muro, non crollasse mai, che quello che era imprigionato all'interno di quella infinita barriera, non uscisse mai a distruggere il mondo esterno.
Un tempo, gli abitanti del mondo esterno avevano creduto di poter salvare le persone imprigionate dentro il muro, ci avevano provato, avevano lottato e avuto perdite, e,con lamorte nel cuore, si erano arresi. All'interno del muro, non c'era traccia dell'umanità del loro ricco antico regno, quel muro imprigionava un orco terribile, che, se fosse mai uscito non avrebbe risparmiato la vita di nessuno. Avevano così celebrato un funerale per salutare, una volta per sempre i parenti e gli amici che si erano sacrificati per permettere loro di fuggire.
 
C'era Jona quel giorno di guardia alla cinta e aspettava. Tutti i giorni da molti anni, qualcuno vigilava fuori dalle mura, aspettavano, sperando di non dover mai dare inizio a una terribile guerra.
Jona non credeva che quel giorno fosse diverso, niente, non succedeva mai niente, così non si accorse subito di quel pastello colorato che era passato attraverso il muro, per poi cadere inerte per terra.
Stava per cambiare tutto grazie a quel pastello giallo che giaceva per terra sopra un ciuffetto di erba verde.
Ma ancora nessuno lo sapeva.


Continua...

10 commenti:

  1. Stavo aspettando la nuova puntata! Ora me la leggo con calma, per gustarla al meglio!

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  2. Wow! ho letto anche gli altri post.. sono storie veramente eccezionali! Se vi interessa anch'io scrivo racconti..Mi piacerebbe avere un vostro parere se vi va!Ho anche un banner.. io prenderò volentieri il vostro!
    A presto...Sibilla

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  3. Evviva!!! Finalmente questa storia continua!!!! siete bravissime, davvero!!!!

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  4. nora: grazie per essere passata!! ^__^ spero che ti piaccia, tengo un goccino di ansia!!!!!
    Sibilla grazie!!! linkato! ^__^ Owl mi ha preceduta per fortuna perchè io sono una schiappa in queste cose!
    Passo di sicuro!!!! Devo solo trovare il tempo di leggere!!!!!
    Hellogracy: visto? Cn calma arriviamo anche noi ^___^

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  5. mmm... mi piace quello che c'è dall'altra parte del muro! e ho l'impressione che piacerà anche a kiki! ;-)
    brave ragazze!!! continuate così!
    un bacione

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  6. Grazie ragazze, è importante avere un po' di sostegno e voi ci siete sempre!

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  7. Ooh sempre piu intrigante!! Bentornate :-)

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  8. questa sera abbiamo letto la tua storia al posto della solita favola della buona notte...ci è piaciuta molto ma aspettiamo la continuazione!!!
    buona notte!!!

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  9. Che bella la vostra storia sul calendario dell'avvento di ieri! Carinissimo il folletto e anche le ciabatte ad arcolabeno della bimba, e poi che dire della prima storia per bambini che insegna cosa sia una lettera di raccomandazioni scritta col cuore ;-))

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